Decreto Liquidità pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Sono stati pubblicati nella notte in Gazzetta Ufficiale i 44 articoli che compongono il decreto Imprese, con le garanzie a supporto della liquidità per le attività mandate ko dal coronavirus.
Un provvedimento che nelle intenzioni del governo dovrebbe smuovere 400 miliardi di finanziamenti, se si considera il credito che le banche dovrebbero concedere a imprese grandi e piccole con l'ombrello protettivo aperto da Sace e dal Fondo di garanzia per le Pmi, in aggiunta alle garanzie staccate sui crediti destinati all'export.
Ampliato l'ombrello della cassa integrazione
Il testo si compone di sei capi che riguardano anche altre materie, come il rinvio dell'entrata in vigore del nuovo codice dei fallimenti al settembre 2021. Commentando la pubblicazione, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha salutato "due importanti norme che riguardano il lavoro. Con la prima, allarghiamo le tutele previste dal 'Cura Italia' anche a tutti i lavoratori che sono stati assunti dopo il 23 febbraio e fino al 17 marzo i quali, in questo modo, potranno accedere alle varie forme di sostegno al reddito. Con la seconda, eliminiamo il pagamento dell'imposta di bollo che le aziende, secondo la vecchia normativa, avrebbero dovuto versare per presentare la domanda di cassa integrazione in deroga. Facciamo così altri due importanti passi avanti per garantire ai cittadini il massimo sostegno possibile nel delicato momento che il Paese sta attraversando".
Lo stop al versamento di contributi previdenziali e assistenziali, nonchè dei premi assicurativi, per i lavoratori, disposto dal decreto imprese, vale oltre 6,5 miliardi. Lo quantifica la relazione tecnica al decreto, elaborata dalla Ragioneria generale dello stato. Si tratta, nello specifico, di 1,5 miliardi per aprile, relativi a dipendenti e collaboratori, e 5 miliardi per maggio, di cui 1,8 per dipendenti e collaboratori e 2,7 miliardi per gli autonomi, più 550 milioni di mancata contribuzione inail. Queste cifre si sommano a 4,34 miliardi di ritenute tributarie sospese per i due mesi e 5,5 miliardi di Iva, più 930 milioni di ritenute sugli autonomi. In totale, sono 10,8 miliardi di tributi e 6,5 miliardi di contributi sospesi, quindi un valore di 17,3 miliardi, che però non iscrive oneri a carico del bilancio pubblico, atteso che la ripresa dei versamenti avvenga entro il 2020.