Chiuse tutte le attività produttive non di sopravvivenza. Conte: “insieme ce la faremo”
“Fin dall’inizio ho scelto di non minimizzare, di rendere tutti voi partecipi. È la crisi più difficile dal Secondo dopo guerra. Le notizie ci lasciano un segno nella nostra memoria, la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorni si rinnova.
Dobbiamo continuare a rispettare le regole con pazienza, sono misure severe e non è facile. Ma non abbiamo alternative. Dobbiamo resistere, perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e chi amiamo. Sacrificio minimo se pensiamo a quello che stanno facendo medici, infermieri, forze dell’ordine, forze armate, farmacisti, operatori dei servizi dell’informazione.
Gente che compie un atto di amore nei confronti dell’Italia intera. Decidiamo di chiudere ogni attività produttiva che non sia essenziale a garantire beni e servizi essenziali. Abbiamo lavorato per stilare lista dettagliata per servizi essenziali per funzionamento dello Stato, resteranno aperti supermercati e generi alimentari. Non c’è ragione di creare corse agli acquisti. Aperte famacie e parafarmacie.
Assicureremo i trasporti. Al di fuori dalle attività essenziali solo svolgimento lavoro smart working. Rallentiamo motore produttivo del Paese, ma non lo fermiamo. Decisione necessaria per poter contenere diffusione dell’epidemia.
Emergenza sanitaria sta tramutando in emergenza economica. Il Governo interverrà con misure che ci consentiranno di ripartire quanto prima. Dobbiamo stringerci forte a difendere la vita. Quelle rinunce che vi sembrano un passo indietro ci permetteranno di tornare nelle nostre fabbriche, nelle braccia dei nostri cari. Lo facciamo perché amiamo l’Italia. Uniti ce la faremo”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, spiegando le nuove norme per il contenimento del coronavirus.