Indice dei prezzi agroalimentari FAO: il calo dei cereali e della carne compensa l’aumento del prezzo dello zucchero
Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), nel gennaio 2024 i prezzi delle materie prime alimentari sono diminuiti dell'1,0% rispetto al dicembre 2023, con cali per i cereali e la carne che hanno più che compensato l'aumento dello zucchero.
Nel suo rapporto sull'Indice dei prezzi alimentari, pubblicato il 2 febbraio, la FAO ha riportato che i prezzi dei cereali sono scesi del 2,2% rispetto a dicembre e del 18,6% rispetto al gennaio 2023. I prezzi all'esportazione del mais sono scesi bruscamente mese su mese, ha osservato l'Organizzazione, citando come cause il miglioramento delle condizioni dei raccolti e l'inizio del raccolto in Argentina, nonché l'aumento delle forniture negli Stati Uniti a seguito di una revisione al rialzo delle stime di produzione. Anche l’orzo e il sorgo sono scesi di prezzo, mentre il riso è aumentato dell'1,2% in gennaio, in gran parte dovuto al forte ritmo delle spedizioni tailandesi e pakistane e agli acquisti aggiuntivi da parte dell'Indonesia.
I prezzi della carne in gennaio sono scesi dell'1,4% rispetto a dicembre, il settimo calo mensile consecutivo, per un livello inferiore dell'1,2% rispetto al gennaio 2023, con particolare riferimento alla carne di pollame e alle carni suine.
Per l'olio vegetale si è registrato un aumento marginale (0,1%) rispetto a dicembre, con un calo del 12,8% rispetto al gennaio 2023. La stabilità dell'indice dei prezzi mese su mese riflette l'effetto combinato dell'aumento dei prezzi dell'olio di palma e di girasole a livello mondiale, che ha compensato il calo delle quotazioni dell'olio di soia e di colza.
I prezzi dei prodotti lattiero-caseari sono, invece, rimasti praticamente invariati rispetto a dicembre, con un livello inferiore del 17,8% rispetto a quello del gennaio 2023.
Infine, lo zucchero è aumentato dello 0,8% in gennaio rispetto a dicembre e del 15,9% rispetto ai livelli di un anno fa. L'aumento è stato determinato principalmente dalle preoccupazioni per il probabile impatto delle piogge al di sotto della media in Brasile sulle coltivazioni di canna da zucchero che saranno raccolte a partire da aprile, insieme al lento inizio della nuova stagione e alle prospettive di produzione sfavorevoli in Thailandia e India, due dei principali Paesi produttori.