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Tutti i numeri della siccità tra emergenza e programmazione
15/05/2023

Tutti i numeri della siccità tra emergenza e programmazione

La Confederazione ha espresso particolare apprezzamento per la misura, da tempo attesa, per la previsione del riutilizzo delle acque reflue. Oggi il recupero è fermo all’11% e su oltre 3.300.000 ettari coltivati, la depurazione ne serve solo 15.000.

Secondo i dati Ispra, in tutto lo Stivale, sono in funzione 79 impianti per la produzione di acque di riuso. Di questi, solo 16 sono dotati di una rete di distribuzione per l’irrigazione dei campi. Complessivamente ci sono 7.781 impianti di depurazione dotati di un sistema di trattamento avanzato che devono essere potenziati.

La scelta del governo di prevedere un “provvedimento autorizzatorio unico” per le richieste di riutilizzo è molto positivo. Importante anche lo snellimento delle procedure per la realizzazione di infrastrutture idriche, tra cui i desalinizzatori e gli invasi aziendali. Il tema dei tempi è fondamentale: per la fase di progettazione di un’opera si impiegano in media 1.080 giorni, contro 590 previsti. Quasi il doppio. Il risultato è che, oggi, mediamente sono necessari 5,2 anni per portare a termine un’opera.

Un segno di ulteriore sensibilità emerge con la previsione nel dl di Osservatori distrettuali sugli utilizzi idrici e per il contrasto dei fenomeni di scarsità idrica da istituire in ciascuna Autorità di bacino. Il loro lavoro sarà determinante per la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’utilizzo dell’acqua nel distretto idrografico di riferimento.

La speranza è che la nuova struttura emergenziale metta mano anche alle priorità d’uso delle acque con interventi che rispondano alle necessità urbane e agricole. Una questione che richiede il coinvolgimento anche dei bacini idroelettrici.

Gli investimenti

La strategia non può risolversi esclusivamente nei (necessari) interventi infrastrutturali e nell’efficientamento dei consumi agricoli. In questo contesto è importante che si prosegua lungo la strada degli incentivi di Agricoltura 4.0 per sostenere gli sforzi che il settore primario sta facendo, come sottolineato ad aprile dalla dg di Confagri, Annamaria Barile, in audizione in commissione Senato. La politica deve prevedere investimenti in ricerca scientifica e sviluppo per introdurre e diffondere la coltivazione di precisone e varietà adatte alle nuove condizioni di aridità.