PAC e Green Deal strumenti inadeguati per affrontare sfida della competitività
Prosegue la mobilitazione degli agricoltori europei.
Dovunque sono sotto accusa il PAC e le proposte della Commissione europea per l'applicazione del “Green Deal” al settore agricolo. Domande di assoluto rilievo che meritano un approfondimento.
L'accordo sull'ultima riforma della PAC, raggiunto nel giugno 2021, suscitò commenti generalmente positivi da parte degli addetti ai lavori. Solo Confagricoltura sollevò nell'occasione una serie di riserve. “Le imprese agricole sono chiamate ad aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale, ma a fronte di minori risorse finanziarie”, dichiarò nell'occasione il presidente Giansanti.
E ancora: “Non è stato assolutamente centrato l'obiettivo della semplificazione amministrativa da tutti auspicato”. Pagamenti insufficienti, ulteriormente ridotti in valore reale dall'eccezionale aumento dell'inflazione, e sovraccarico burocratico sono le criticità evidenziate dagli agricoltori durante le manifestazioni in atto.
Nel tempo che resta a disposizione prima della conclusione della legislatura europea, occorre puntare a bloccare l'entrata in vigore delle intese raggiunte sul ripristino della natura e sulla revisione della direttiva relativa alle emissioni industriali. Poi, dopo le elezioni di giugno al Parlamento europeo e l'insediamento della nuova Commissione, i testi potranno essere rivisti e aggiornati per far coesistere, grazie alle innovazioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale con quella economica.
La sicurezza alimentare dell'Xe dipende dai livelli di efficienza e competitività delle imprese. E dal reddito che gli agricoltori riescono ad ottenere dal proprio lavoro.