

Piano triennale prevenzione e contrasto al caporalato
“Per la prima volta lo Stato si dà un metodo preciso per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Il Piano, sul quale abbiamo lavorato con le Ministre Catalfo e Lamorgese, segna un fondamentale punto di svolta e consente la piena attuazione della legge 199/2016: repressione e prevenzione”.
Così la Ministra Teresa Bellanova, oggi al Tavolo presso il Ministero del Lavoro per approvare il Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato.
“Se finora la Legge ha funzionato in modo importante sul piano della repressione”, prosegue Bellanova, “adesso la priorità è intervenire dando protezione alle persone, ai lavoratori italiani e stranieri a cui vengono negati diritti elementari, come le numerose e importanti operazioni della magistratura e delle forze dell’ordine ci dicono. Non dobbiamo più consentire che chi lavora nei campi divenga poi invisibile nel resto del tempo o sia confinato in ghetti squallidi e vergognosi dove si continua ad essere alla mercé dei caporali.
Contemporaneamente, ed è obiettivo strategico del Piano, dobbiamo dare risposte alle legittime aspettative di migliaia di aziende agricole oneste, che chiedono forme più efficienti per reperire manodopera legale.
Non è un caso che il piano abbia come prima azione prioritaria la redazione di un calendario dei fabbisogni della manodopera agricola. Dobbiamo conoscere di più quando, dove e quanti lavoratori servono nelle nostre campagne. Per questo, abbiamo chiesto, per la prima volta, di avere nel decreto flussi una sperimentazione che coinvolga le organizzazioni agricole nel rendere più efficiente il sistema di gestione delle quote dei flussi regolari.
Ritengo sia venuto il momento anche per un aggiornamento dei fabbisogni: se arrivano domande per circa 50mila lavoratori e abbiamo meno di 18mila quote c’è qualcosa che non sta funzionando.
La parola d’ordine su cui il Piano si articola è coordinamento e integrazione. Sono necessarie azioni coordinate, soprattutto in alcune aree di emergenza, alloggi, trasporti, intermediazione legale del lavoro, controlli. Se si interviene solo su uno di questi aspetti, si rischia di fallire l’obiettivo, perché la rete criminale continua ad offrire i servizi mancanti”.
“Non esistono filiere sporche. Esistono i comportamenti penalmente rilevanti delle singole imprese, che dobbiamo mettere fuori dal sistema. Noi per questo investiremo sulla semplificazione amministrativa, sul collegamento e la condivisione dei dati tra diverse istituzioni, sui contratti di filiera e nelle politiche di filiera, perché vogliamo una più equa distribuzione del valore e vogliamo trovare un’alleanza col cittadino”. Così la Ministra Teresa Bellanova, oggi al Tavolo presso il Ministero del Lavoro per approvare il Piano triennale di prevenzione e contrasto al caporalato.
“È il consumatore che deve aiutarci a spezzare la catena dello sfruttamento, perché se un prodotto viene venduto sotto il costo di produzione, c’è qualcuno che quel costo lo paga. Sia il lavoratore in nero o l’azienda agricola o di trasformazione che non ce la fa. Per questo stiamo lavorando a rafforzare le norme per filiere più giuste a partire dalla lotta alle pratiche sleali di mercato”, spiega Bellanova.
E ancora “La funzione rilevante della Rete del lavoro agricolo di qualità è evidente: il piano stesso segnala l’esigenza che condivido di rendere effettiva la sua essenza di precontrollo delle aziende, orientando così i controlli sui non iscritti, e va rafforzata nell’apertura delle sezioni territoriali e sulle premialità. Nel collegato agricoltura alla legge di bilancio, che presenteremo a giorni, c’è una proposta normativa in questo senso e che è stata condiviso al Tavolo di contrasto al caporalato.”
“Dobbiamo rafforzare ed esaltare il valore delle imprese alimentari e agricole come laboratori di integrazione quotidiana”, conclude la Ministra. “Soprattutto nelle aree interne e rurali, dove l’attività agricola è un presidio fondamentale per il territorio e dove si sperimentano forme reali di integrazione sociale e culturale, non solo lavorativa”.