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Energia, le aziende raccontano il peso dei rincari sulle produzioni
07/10/2022

Energia, le aziende raccontano il peso dei rincari sulle produzioni

Di Francesco Bellizzi, Nicola Artoni, Andrea Gandolfi, Elisabetta Tufarelli, Andrea Bonzagni e Barbara Bertuzzi

I dati parlano di un mondo agricolo in forte affanno a causa dei costi energetici. Tutti i comparti soffrono di uno sbilanciamento tra costi e processo produttivo.

Secondo le stime fatte dal Crea ad aprile, un’a­zienda agricola su dieci in Italia vive uno sbi­lanciamento tra proces­so produttivo e costi ad esso legati; in alcuni comparti, il “rischio di insolvenza” interessa oltre il 13% delle attività. Oggi, buona parte delle difficoltà sono conseguenza dei costi sproposi­tati raggiunti dall’energia. Nessun comparto è escluso, ma le diffe­renze non mancano. 

Il vero rischio a cui si va incontro è che alcune produzioni tipiche italiane vengano ridimensionate. Un esempio è il basilico. “Ci sono dubbi se potrà ancora essere pro­dotto 360 giorni all’anno; essen­do una pianta riscaldata richiede un grande consumo di energia. Stesso discorso per i fiori recisi programmati che richiedono lun­ghe fasi di stoccaggio nelle celle frigorifero”.

In serra si coltivano anche insa­late. In Campania c’è una delle realtà più importanti del com­parto dei prodotti freschi di I e IV gamma: Rago Group a Santa Lucia Superiore in provincia di Salerno che, oltre alla produzio­ne, si occupa anche dell’imbusta­mento e della spedizione (tramite agenzie esterne) verso i mercati di riferimento, in larga misura esteri. Il suo titolare è Rosario Rago, componente di giunta di Confagricoltura e vicepresidente dell’Xe provinciale salerni­tana. 

Non vanno meglio le cose per l’acquacoltura. “A causa dell’au­mento dei costi di produzione, le programmazioni dei prossimi mesi sono saltate. Senza un ab­battimento dei costi, crescerà il numero delle imprese a rischio chiusura”, dice Pier Antonio Sal­vador, titolare di Caio, azienda di allevamento di trote in provincia di Pordenone (Friuli-Venezia Giu­lia) e presidente dell’associazione di Confagricoltura.

Soffre molto la zootecnia che, oltre a fronteggiare bollette sala­tissime, fa i conti con i costi per l’alimentazione degli animali. Gli aumenti hanno portato i for­nitori di materie prime a ritoccare verso l’alto tutti i listini e costretto le cooperative di trasformazione a ridurre i dividendi.

Il comparto del pomodoro da industria è, tra quelli che in­sieme agli incrementi dei costi, quest’estate hanno dovuto fron­teggiare un’altra sciagura: la siccità.