

La Fao chiede di estendere le vaccinazioni contro la dermatite nodulare contagiosa
Estendere le vaccinazioni per combattere la dermatite nodulare contagiosa in aree a rischio come l'Europa orientale e i Balcani. Lo ha chiesto la Fao per contrastare la diffusione di questa malattia virale che colpisce i bovini ed è trasmessa da insetti ematofagi, come alcune specie di mosche e zanzare o zecche.
La dermatite nodulare contagiosa può essere mortale per i bovini ma non colpisce gli esseri umani. In base ai dati dell’Efsa, l’autority europea sulla sicurezza alimentare, la malattia è presente in molti Paesi africani. Dal 2012 si è diffusa dal Medio Oriente all’Europa sud-orientale in alcuni Stati membri come Grecia e Bulgaria e parecchi altri Paesi dei Balcani. Dopo la vaccinazione in massa dei bovini nell’Europa sud-orientale stabilita dalla Commissione europea gli esperti dell’Efsa avevano valutato nell’aprile 2017 di aver arginato con successo i focolai infettivi di dermatite nodulare contagiosa che avevano interessato l’area nel 2015-16.
All'apice della diffusione della malattia in Europa, i paesi colpiti avevano registrato fino a 200 focolai che hanno portato a grosse perdite economiche, In Italia il virus non è ancora arrivato ma a fine 2016 il ministero della Salute era intervenuto con un provvedimento contenente una serie di misure precauzionali per scongiurare il rischio di un arrivo nel nostro paese di questa patologia.
In un documento di sintesi la Fao ha ora invitato anche i paesi non colpiti dall'epidemia, ma considerati a rischio, a eseguire le vaccinazioni per evitare la diffusione della malattia, che può avere conseguenze devastanti per gli allevatori, in particolare per i piccoli proprietari.
"Sebbene in Europa ad aprile l'epidemia fosse sotto controllo dopo le vaccinazioni di massa, negli ultimi mesi abbiamo visto la malattia ripresentarsi in Albania, in Grecia e in Macedonia", ha dichiarato Ren Wang, direttore generale aggiunto della Fao e capo del Dipartimento Agricoltura e Protezione dei Consumatori. "È un altro segnale d'allarme che la malattia non è ancora pienamente contenuta e può continuare a diffondersi se non rafforziamo l'impegno per controllarla".
La vaccinazione preventiva in Croazia, in Bosnia-Erzegovina e in Serbia settentrionale, prima della stagione di diffusione degli insetti, che inizia a marzo, potrebbe creare una zona tampone impedendo la diffusione della malattia in paesi limitrofi come l'Ungheria e la Romania, che fino ad oggi sono stati risparmiati dalla malattia.